PROGETTO “NEMO”

Progetto sperimentale di sensibilizzazione e

promozione culturale sulla disabilità

INTRODUZIONE:

Una persona è relativamente handicappata, cioè l’handicap è un fatto relativo e non assoluto, al contrario di ciò che si può dire per il deficit. In altri termini una amputazione non può essere negata ed è quindi assoluta; lo svantaggio (handicap) è invece relativo alle condizioni di vita e di lavoro, quindi alla realtà in cui l’individuo amputato è collocato.

L’handicap è dunque un incontro tra individuo e situazione. È uno svantaggio riducibile o (purtroppo) aumentabile. (Andrea Canevaro).

Questo progetto nasce dalla volontà di dare la possibilità di vivere un’esperienza socializzante, che sia occasione di scambio e di arricchimento per tutti, con l’idea che da questo incontro si possa incentivare una generazione più consapevole della diversità che li circonda e metta le basi per una crescita in cui le differenze non spaventino ma incuriosiscano e possano addirittura insegnare. Spesso l’idea di disabilità è affiancata a quella di incapacità, di inadeguatezza, di menomazione o comunque di limite in senso assoluto. È solo attraverso il dialogo e la conoscenza reciproca che possiamo rilevare il valore dell’altro.

Proviamo a cambiare rotta!

 

OBIETTIVO:

 

Promozione culturale.

L’obiettivo che la Fondazione si prefigge è quello di offrire momenti di incontro non fini a se stessi ma che contribuiscano alla costruzione di un immagine della persona con disabilità più completa.

Da questa esperienza speriamo che ogni bambino porti con sé il ricordo e la nuova consapevolezza che si può e si deve riuscire ad apprendere dal meglio di ognuno di noi: i limiti e le condizioni di vita non sono un ostacolo allo scambio e alla collaborazione.

Vogliamo provare a dare ai bambini strumenti utili che li aiutino a vedere la persona con disabilità, non come problema, diversità che spaventa e incapacità, ma come risorsa per la comunità, il valore della differenza inteso come motore dell’arricchimento culturale.

 

A CHI E’ RIVOLTO:

 

Il percorso è rivolto alle scuole primarie con particolare attenzione alle classi III IV e V.

 

COSA FAREMO INSIEME:

 

Primo Incontro

 

Psicoeducazione:

lezione in classe sulla disabilità circa 40/60 minuti.

Per fortuna nella maggioranza dei casi i bambini della scuola elementare non hanno ancora interiorizzato i pregiudizi che la società costruisce nei confronti della disabilità, dandoci la possibilità, in un primo incontro all’interno della classe, di proporre una piccola riflessione sul significato di disabilità. In questa occasione tutti hanno la possibilità di porre delle sane domande, proprio perché alla base del progetto vogliono esserci l’incontro, lo scambio e la comprensione reciproca.

Poi ci sarà un momento dedicato alla dance-ability descritta nell’allegato.

 

 

Secondo incontro

 

Questo incontro si svolgerà nella sede della nostra fondazione dalle 9:30 alle 12:00.

Nella prima parte della mattina dopo un primo momento di accoglienza in cui verrà chiesto a tutti di presentarsi brevemente e di scrivere su un bigliettino il proprio nome da apporre sul petto. Ci sarà una breve visita guidata della nostra realtà in modo che i bambini potranno capire com’è la vita di chi vive e lavora in contesti come il nostro.

Laboratorio creativo:

Per quanto riguarda la seconda fase della mattina ci sarà la possibilità di dedicarsi alle attività di laboratorio per la creazione di un oggettino “ricordo” dell’esperienza, questo momento sarà tenuto dai ragazzi che frequentano il centro diurno e dai loro educatori.

Alla fine verrà distribuito del materiale che permetterà alle famiglie di conoscerci, per chi ancora non ne avesse avuto l’occasione o per approfondire la storia e le nuove traiettorie che la nostra fondazione cerca di intraprendere.

 

Terzo incontro

 

Questo incontro si svolgerà all’interno della scuola.

Si chiederà alle maestre di coinvolgere i bambini in un lavoro di gruppo o singolo per far emergere e rappresentare le emozioni e sensazioni rispetto all’esperienza attraverso un processo creativo.

 

Quarto incontro:

 

Riunione con tutti gli insegnanti coinvolti nel progetto per avere una restituzione dei risultati ed una valutazione sul grado di soddisfazione, questa può essere l'occasione di confrontarsi su eventuali suggerimenti per una progettazione futura insieme.

 

Coordinatore generale Katia Liverani

Educatore Socioculturale Andrea Garzaniti

Coordinatore Centro Diurno Marco Andreoni

 

 

Cos'è la Danceability?

 

La Danceability è una tecnica di danza contemporanea basata sull’improvvisazione, che si rivolge a tutte le persone, con o senza disabilità. E’ stata fondata negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90 da Alito Alessi, danzatore di Contact Improvisation e coreografo.

Il suo scopo è quello di rendere accessibile il linguaggio della danza a tutte le persone, senza preclusioni di età, esperienza o di condizione fisica e mentale. L’incontro tra differenti abilità è la sua prerogativa; tutti possono fare nuove e diverse esperienze delle proprie abilità (o disabilità) nel muoversi con gli altri, andando oltre i limiti a cui si è abituati.

La danza si sviluppa attraverso la tecnica dell’improvvisazione, basata sulla consapevolezza di sé, sulla relazione e sulla fiducia reciproca; ciascun partecipante è invitato a mettersi in gioco nella danza attraverso scelte autonome di movimento.

Tutti possono partecipare a questa ricerca, qualunque sia l’età ed il livello di esperienza e/o di disabilità: persone con disabilità motoria o cognitiva, non/ipo vedenti, non/ipo udenti, persone con sindrome di Down, danzatori, attori, operatori, insegnanti di sostegno, ecc.

Gli obiettivi principali della Danceability sono:

Dare opportunità di espressione artistica a tutte le persone

Mantenere viva una riflessione sulla divisione in categorie alla quale siamo spesso abituati (persona abile, disabile, etc.)

Favorire relazioni basate sull’ascolto di sé e dell’altro

Favorire la partecipazione delle persone con disabilità alla vita culturale della comunità e alla realizzazione di eventi artistici

L’intento alla base di questa proposta è quindi quello di ri-conoscersi innanzitutto come persone, attraverso le possibilità di incontro offerte dal linguaggio non-verbale della danza e del movimento, coltivando uno spazio comune per l’espressione creativa di tutti gli individui.

 

Michela Turrini